Il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, ha fatto visita questa mattina alla Nazionale italiana di calcio che sta preparando l’importante gara di qualificazione ai mondiali contro la Repubblica Ceca, in programma martedì sera. Il ministro è stata accolta dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, e dal commissario tecnico Cesare Prandelli; l’incontro tra la Kyenge e la squadra è durato circa venti minuti ed è avvenuto in un hotel del centro di Torino (martedì si gioca allo Juventus Stadium). Al ministro sono state donate le maglie del capitano, Gigi Buffon, autografata da tutti i calciatori, di Angelo Ogbonna e Stephan El Shaarawy, due simboli dell’Italia multietnica.
La Kyenge ha detto che “la Nazionale di calcio è un modello di quella che dovrebbe essere l’Italia di domani” e ha spiegato il ruolo che lo sport ha nella lotta al razzismo e ad ogni tipo di discriminazione:
Ho sempre chiamato lo sport per camminare e per lavorare insieme nel percorso di cambiamento culturale contro ogni forma di razzismo e per compiere un percorso di integrazione. Questa squadra, lo sport sono dei terreni utili per camminare insieme.
Oggi con la nazionale di calcio: la vostra maglia azzurra è segno di appartenenza per tutto il paese. Una sola partita: l'Italia migliore!
— Cécile Kyenge (@ckyenge) September 8, 2013
Il ministro ha poi asserito che nello sport per quanto riguarda la battaglia contro il razzismo “c’è ancora tanto da fare ma lo dobbiamo fare tutti, ciascuno per la sua parte di responsabilità”. Quindi ha ringraziato la Federcalcio “per il lavoro che sta facendo per controllare e sanzionare comportamenti razzisti” e la squadra “che porta avanti valori e una formazione contro ogni discriminazione”. Infine anche la Kyenge ha detto la sua sulla questione dell’abbandono del terreno di gioco da parte di calciatori presi di mira da cori razzisti allo stadio:
Non bisogna soltanto guardare al comportamento del giocatore, ma a tutto: al clima in cui gioca, al clima di stress di per sé e di prestazione cui è sottoposto, considerando che non tutti abbiamo lo stesso carattere. Non è facile per nessuno lavorare in condizioni di difficoltà, di attacchi e questo succede anche per i giocatori. In Parlamento spetta alle istituzioni andare avanti: ognuno di noi deve portare un contributo nella lotta al razzismo.
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